Il caso Panama Papers

Calciatori, sovrani, capi di governo e attori pazzi per i paradisi fiscali, lo scandalo Panama Papers colpisce tutti

Dai più stretti amici di Vladimir Putin al pallone d’oro Lionel Messi e Michel Platini, dal padre di David Cameron all’attore e star di blockbuster Jackie Chan, dal regista Pedro Almodovar alla sorella di re Juan Carlos fino a Luca Cordero di Montezemolo. È lunghissima la lista dei vip che usavano la consulenza di una società panamense per costituire società offshore in 21 diversi paradisi fiscali. Un gigantesco scandalo finanziario dove compaiono anche i nomi di tantissimi italiani, ben 800. Ribattezzato “Panama Papers”, lo scandalo ha al suo centro un archivio di documenti segreti e una gola profonda. L’archivio è quello dello studio legale Mossack Fonseca con sede a Panama City: 11 milioni e mezzo di file che custodiscono 40 anni di transazioni finanziare offshore passati al Suddeutsche Zeitung il quotidiano tedesco e poi al consorzio internazionale di giornalismo investigativo di cui fa parte il settimanale L’Espresso. Ed ecco che il vaso di Pandora in un attimo è scoperchiato.

I documenti raccontano un mondo finanziario parallelo: 200mila società create in almeno 21 paradisi fiscali: dai Caraibi ai mini Stati del Pacifico, da Cipro fino al deserto del Nevada, negli Stati Uniti. Transazioni spesso occulte riconducibili a capi di stato e di governo, sovrani, attori, sportivi. Tra questi moltissimi nomi di spicco. Uomini vicinissimi al presidente russo Putin coinvolti in un giro di affari da due miliardi di dollari. “Niente di concreto” replica il Cremlino. Carte che tirano in ballo famigliari di politici noti come il premier Cameron, paladino della lotta all’evasione fiscale. Il padre ora deceduto, multimilionario, avrebbe gestito un fondo di investimento offshore. Non solo. Sono state svelate le vie battute dalle fortune dei familiari del leader cinese Xi Jinping e dei prossimi del presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev, del presidente ucraino Petro Poroshenko, del re saudita Salman bin Abdulaziz al Saud, del presidente argentino Mauricio Macri come del premier islandese Sigmundur David Gunnlaugsson e di quello pachistano Nawaz Sharif per sfuggire alla mannaia del fisco.

Sportivi come Messi già indagato in Spagna per evasione fiscale. «Firmava tutto papà», si difende il campione. Le autorità tedesche, inglesi, e francesi hanno già annunciato delle indagini e in tanti iniziano ad innervosirsi.

Tra questi anche gli 800 italiani coinvolti: imprenditori, professionisti e volti noti dello spettacolo e dello sport e del mondo dell’economia. A partire da Luca Cordero di Montezemolo anche se fonti a lui vicine confermano che né lui né la sua famiglia hanno società offshore. Lo studio Mossack Fonseca avrebbe curato gli interessi del presidente di Alitalia e vicepresidente di Unicredit nel 2007 quando era presidente della Ferrari. Secondo l’inchiesta Panama Papers Montezemolo sarebbe stato procuratore di Lenville società con sede a Panama dalla quale avrebbe ricevuto la delega per operare su un conto alla Bim Suisse, filiale elvetica dell'italiana Banca Intermobiliare. Tra i maxi evasori anche il pilota Jarno Trulli, l'ex pilota di Formula Uno, risulta azionista della Baker street sa, una società registrata nelle isole Seychelles e creata con l'assistenza dei legali dello studio Mossack Fonseca. Il campione, ritiratosi dalle corse nel 2012, è andato offshore grazie all'intermediazione del Credit Foncier Monaco, uno degli istituti di credito più forti sulla piazza di Montecarlo.

E adesso cosa succede?

Di sicuro le responsabilità verranno chiarite attraverso le indagini penali che però dovranno fare i conti con le diverse legislazioni dei Paesi coinvolti. Di certo, vista la mole di informazioni, le persone coinvolte e i Paesi interessati potrebbero essere molti di più