Musica, due miti del grunge accomunati dalla stessa sorte: Kurt Cobain e Layne Staley
E come ogni anno, arriva il 5 aprile. E con esso, puntuale, quel senso di velata tristezza. Parliamo di musica certo, per alcuni solo di banale e futile musica. Ma ne siamo proprio sicuri? Cosa sono stati veramente i Nirvana di Kurt Cobain o gli Alice in Chains di Layne Staley per chi ha vissuto la propria giovinezza negli anni ’90? E quali strascichi hanno lasciato?
Tutti conosciamo le loro canzoni, i testi più famosi e le loro storie e quindi sappiamo anche che nello stesso giorno, a distanza di 8 anni l’uno dall’altro, entrambi abbiano deciso, sì deciso, che le loro voci dovessero spegnersi, per continuare a risuonare altrove, lontano dai milioni di fan che ancora tanti e tanti album avrebbero voluto sentire, e ri-ascoltare all’infinito.
Perché in quegli anni il grunge fu quell’acqua torbida in cui un’intera generazione vide specchiata la propria anima poliedrica. Ribellione e frustrazione, rabbia inconsolabile e disillusione nei confronti di una realtà considerata spesso inadeguata e avvilente.
Partita dalla grigia città dello stato di Washington la “Seattle sound”, un movimento in cui si fonde heavy metal, punk e hard rock, invase il mondo facendo riscoprire quei suoni rudi e sporchi che sono mancati negli anni ‘80. E il segreto stava nella pienezza introspettiva dei testi misti a una musica semplice senza fronzoli, che chiunque imbracciando un basso e una chitarra, e avendo la fortuna di conoscere un buon batterista, poteva cercare di fare sua in qualsiasi scantinato.
Ed è di questo che cultura grunge si nutriva: concerti a ripetizione o piccoli locali che riproducevano musica rock con qualità a volte discutibile, non importava. Ciò che contava era che chiunque con un paio di Converse ai piedi una T-shirt con lo “Smiley” poteva scaricare la propria rabbia pogando fino ad averne basta.
Ma ormai per molti lo smile è solo quello usato nelle emoticons dei social, e dunque non resta che, mettersi le cuffiette e riascoltare o ancor meglio rivedere con un pizzico di matura nostalgia l’MTV Unplugged in New York dei Nirvana l’essenza pura della poesia grunge.
Perché è il 5 Aprile e noi di Not Ordinary non vogliamo dormire.